vendotto


Cose russe – parte terza by maxjan28
29 aprile 2013, 09:55
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La strada è piccola e leggermente trafficata. Dentro lo sfasciacarrozze, amato locale ristorante vineria, il telefono non mi prende. Me ne sto fuori a pensare cosa poter mai rispondere. Forse dovrei spacciarmi per Gazzoso e recarmi lì, all’hotel con noscialanse (se c’è qualcuno che ha il barbaro coraggio di dirmi che non si scrive così lo lapido!) come ci fossi uscito dieci minuti prima, e far chiamare la signorina Ierofania. E poi.. E poi al momento della sorpresa confessare che si, le rose le avevo mandate io oppure, meglio, molto meglio, confessarle che i miei amici da sempre mi chiamavano Gazzoso ed io – porello – avevo spesso crisi di identità, tanto da dimenticare chi fossi, tanto che spesso accadessero cose nella mia esistenza che dire pirandelliane sarebbe un pleonasmo, basterebbe dire mie.

Tutto questo non feci. Nel non silenzioso vialetto tra il passare di macchine e rumorosissime Ape Piaggio, l’unica superfetazione che mi venne fu di scrivere qualcosa relativamente all’essere memmedesimo Primate Maria e di essere meglio del succitato Gazzoso, molto meglio, per tanti ed inelencabili motivi. L’insuccesso di tale operazione era inevitabile quanto di facilissima previsione.

Mi rifugiai in un altro bicchiere di vino, mentre mi interrogavo sul perché non avessi poi inventato qualcosa che magari spumeggiasse almeno un po’, un gioco delle parti, un equivoco condito, un incidente volontario del tutto involontario, un inventar scrivendo che al momento non mi venne.

La venuta della sera e delle sue oscurità era ormai inesorabile, come la nostra fame. Senza troppa voglia cominciamo a girare per Encartencappefrigoefornobourgh,  pensando a dove poter andar a mangiare. C’è Alcantar con Sadimatu e c’è il Timballo, o meglio la preleviamo da casa, mentre stava facendo qualcosa che non ho capito, tipo pulire le stoviglie o lessare le patate. Passiamo davanti a qualche locale e alla fine, unanimemente decidiamo di andare al ‘Cavalcatore Incinto’ luogo che si nasconde tra il dolce ondeggiare e verdeggiare delle colline appena fuori la cittadina. E qui, l’affaire Ierofania, fino a quel momento tenuto lontano come si fa con un demone cattivo e vendicativo, si ripropone come ogni pesantissimo cibo che si rispetti. Ai nostri occhi e con tutta la nostra incredulità c’è Gazzoso. O meglio, quello che noi, investigatori d’alta classe, abbiamo identificato come tale. Cioè il nome è quello (all’anagrafe fa Gazzo, ma sappiamo che si firma sempre Gazzoso)

Oh cazzo!

Da un lato penso che magari lei abbia riservato a lui pressappoco lo stesso trattamento che ha riservato a me, con il non trascurabile vantaggio che io 50 euro per i fiori non li ho spesi..  Dall’altro lato penso ‘cazzo, abbiamo sbagliato tutto, siamo andati completamente fuori strada, però è proprio una faccia di ….’ Insomma, i lineamenti del cattivo da eliminare, dell’uomo a cui destinare una testa di cavallo e una decina di proiettili ce l’ha tutti, fiori o non fiori.

Va bene. Il mio tono di perdente si colora almeno un po’.. quantomeno non ho perso contro lui. Bella soddisfazione, una batracomiomachia o se meglio volete una guerricciola tra poveri o ancora, tra i due litiganti, seppur non dichiarati, non coscienti, magari neanche schierati, il terzo, un terzo non considerato, gode. ‘Tertium non datur, tertium non datur un cazzo! ‘ penso tra me mentre aspetto di ordinare qualcosa che mi dia le energie.

Forse è solo un complotto. Il terzo è talmente tanto forte e potente da aver buttato addosso a tutti questo fumoso antipaticissimo ideal Gazzoso che poi Gazzoso non è. O meglio non è il Gazzoso dei fiori, ma solo un Gazzoso che belbello se ne va per la città. Sento che il mio cervello è troppo piccolo per affrontare una situazione siffatta, così articolata e complessa, piena di scene cruente e agenti di ogni genere, una vicenda al cui solo confronto il ‘Grande Gioco’ a cui faceva riferimento Brzezinski appare come un pettegolezzo da comari di provincia.

Il fatto è che il terzo, visto l’interesse pressoché  totale della popolazione della cittadina, potrebbe essere chiunque. Facendo mente locale penso che alcune delle cose contenute nell’identikit fossero del tutto forzate, che in parte avevamo sostituito i nostri desideri alla realtà, errore che Montalbano –nonono- non avrebbe mai commesso. E allora tornavamo a fare mente locale sul chi può essere stato e adesso, non mi sentivo di escludere proprio nessuno. Poteva essere chiunque. Tornavo a sentirmi piccolissimo, come se mi potessi vedere dall’alto di un aereo ai tempi in cui gli aerei ancora volavano e i vulcani ancora attendevano Godot (mentre io l’avrei attesa in seguito Godot, ma questa è un’altra storia).

Poteva essere chiunque e ripensavo a tutte quelle facce.. Al giornalaio, al parroco, al benzinaio, agli ombrellai e ai bersaglieri, alla signora della rosticceria – chi l’aveva stabilito che il mittente fosse maschio? – al nonno che faceva attraversare i bambini davanti alle elementari… Il mittente poteva essere una qualsiasi persona tra queste e non solo tra queste. Non si sapeva dove sbattere la testa!

Ci voleva una smossa, un’idea, tanto per vederci chiaro. Eravamo disposti a tirarci fuori dal gioco, certo, ubi maior.. ma volevamo capire come, perché e tutti quegli altri interrogativi che fanno sì che gli articoli di cronaca siano tutti noiosamente interscambiabili.

Come quei membri di un partito che si trovi ad affrontare un’imprevista crisi di governo e si trovi a dover convocare una riunione immediata e notturna per fronteggiare le novità inesorabili, ci dovemmo incontrare. Chiamammo all’appello Aspirino e scegliemmo nuovamente come quartier generale ‘esssssì’ del nostro oste di fiducia Noè.

L’argomento fu analizzato in tutte le sue sfaccettature. Era guerra? Non era guerra? Ad ingarbugliare ancor più la vicenda giunse nella notte l’indiziato numero uno. Era gentilmente accompagnato e sembrava piuttosto disinvolto, innocente.  Ordinò da bere. Aspirino immediatamente, con destrezza e scaltrezza, prese il telefono e fece partire quella famosa telefonata – che immagino siano ore che vi stiate chiedendo perché non abbiamo fatto mai- che ci fece deviare d’improvviso lo sguardo verso l’indiziato numero uno. Vedemmo chiaramente la forma del telefono nella tasca destra dei jeans, e vedemmo anche lui che se lo toccava (il telefono, quanto meno attraverso la tasca). Ci aspettavamo solo che rispondesse, che lo prendesse in mano e ci confermasse così che tutti i nostri sospetti erano giusti, che si, avevamo un acuto spirito investigativo che nulla più ci separava dalla gloria… Invece non rispondendo non ci diede questa notizia. Toccò, si, ma non prese l’attrezzo e noi rimanemmo così, attoniti, stupiti, pensanti e le 4557 bottiglie che avevamo pensato di stappare per l’occasione rimasero intonse. E poi non si sarebbe festeggiata solo la magnifica intuizione di Cubarhumeroedeiduemondienonsolo, ma anche l’assenza di un terzo contendente manifestatosi e il fatto che Ierofania fosse davvero rimasta a dormire.

Non giungemmo infine  a niente di concreto. Nel mentre il nostro uomo stava uscendo Aspirino riprese il telefono. Chiamò. Questa volta ci fu risposta, ma questa giunse proprio quando il nostro uomo usciva dal nostro campo visivo.. Aspirino giurò che dalla voce la persona fosse straniera. Comunque rispose in inglese, un inglese fatto di un misero ‘Hello!’ ma perché un numero italiano deve rispondere in inglese?

Ci trovavamo a fronteggiare un’amara, amarissima realtà. Avevamo fallito! Se da un lato infatti come investigatori da tavolino, da ufficio, potevamo anche dire di cavarcela, riuscendo ad avere un buon quadro d’insieme e a districarci in maniera soddisfacente tra gli indizi, come investigatori sul campo lasciavamo proprio a desiderare…

Ce ne andammo a dormire con questa constatazione che ognuno mantenne per sé, per non demoralizzare maggiormente il nostro umore già parecchio colpito… Ce ne andammo a dormire pensando che quello che era o si faceva chiamare Gazzoso probabilmente l’aveva spuntata, mentre noi, in questo gioco di società che avevamo interpretato in maniera corale avevamo perso… ma forse mi e ci sbagliavamo ancora una volta…

 

Parte prima:  https://vendotto.wordpress.com/2013/04/11/cose-russe-parte-prima/

 

Parete seconda:  https://vendotto.wordpress.com/2013/04/19/cose-russe-parte-seconda/


2 commenti so far
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Secondo me Gazzoso si è dimostrato un po’ più gazzoso di te. Ed è inutile che fai l’ingazzoso. O che ti ingozzi.

Commento di irregolare

qualunque storia senza i commenti di mario+ è come una birra senza schiuma 😦

Commento di vendotto




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